Di vento pieno di Gianfranco Giannerini -
© febbraio 2008

Vanità delle vanità, il grande vuoto, tutto è insensato!
Il baco che scava nel senso della vita rivelando l’oscura cavità del
nulla, anche nel futuro remoto disegnato dal libro, continua ad essere
il dilemma a cui risulta impossibile sottrarsi.
Una giovane donna ritrova un antico libro andato perduto.
Lei è l’unica persona in grado di leggerlo, senza però comprenderne
l’arcaica lingua.
Per questo verrà aiutata da un riluttante interprete, geneticamente
modificato, e insieme scopriranno di essere in possesso del perduto
testo biblico dell’Ecclesiaste.
L’intreccio dei protagonisti, braccati da misteriosi individui che si
oppongono alla traduzione con atti sanguinari, contribuisce al
dispiegarsi della trama in maniera originale, in una mixture di
sensazioni che sempre confonde le esistenze di tutti coloro che cercano
di comprendere e di trarre i dovuti insegnamenti dal passato, senza
peraltro rinunciare a vivere e a possedersi nel presente.
L’autore intesse il libro come un thriller di fantascienza, o meglio
di fantacoscienza, e presenta un modo inedito di avvicinarsi al libro
più scandaloso dell’Antico Testamento, sviluppandone un’evidente
attualità in un raffinato gioco di sovrapposizioni e stati d’animo. |